LA REAZIONE ALCALI AGGREGATI NEI CALCESTRUZZI: REVISIONE DELLA NORMA UNI 8520-22

Il problema, comunemente chiamato pop out del calcestruzzo, è noto da tempo, ma continua ad essere di grande attualità. La reazione alcali-aggregato è una delle forme di degrado chimico del calcestruzzo che si innesca in presenza di aggregati caratterizzati da una particolare composizione mineralogica in varie forme:

  • reazione Alcali-Silice (Alkali-Silica Reaction) in presenza di silice amorfa , la più comune;
  • reazione Alcali-Silicato (Alkali- Silicate Reaction) in presenza di silicati polifasici;
  • reazione Alcali-Carbonato (Alkali-Carbonate Reaction o ACR) in presenza di calcari dolomitici.

La reazione alcali-silice si manifesta tanto più velocemente ed intensamente quanto più aumentano:

  • il contenuto di sodio e potassio nella fase acquosa
  • l' umidità relativa dell'ambiente;

· la quantità di aggregati silicei criptocristallini ed amorfi.

Mancando anche uno solo di tali elementi il fenomeno non si manifesta o si manifesta senza danni apparenti.

Per prevenire la reazione si possono utilizzare i sali di litio, molto costosi, o utilizzare:

  • cementi d'altoforno;
  • cementi pozzolanici;
  • cementi compositi;

che hanno la caratteristica di neutralizzare la reazione alcali-aggregato. I sali di litio sono invece indispensabili nel caso di lavori di restauro di edifici storici in cui le superfici danneggiate si possono trattare con sali di litio e quindi si può procedere alla intonacatura con prodotti cementizi tixotropici a ritiro compensato .

A partire dalle norme:

 

UNI 11504:2013 - Reazione alcali-aggregato in calcestruzzo 

Determinazione della potenziale reattività agli alcali degli aggregati per calcestruzzo: Prova di espansione accelerata di barre di malta

UNI 11530:2014 - Reazione alcali-aggregato in calcestruzzo 

Determinazione della potenziale reattività agli alcali degli aggregati per calcestruzzo: Esame petrografico di dettaglio dell'aggregato per la determinazione dei costituenti potenzialmente reattivi agli alcali

UNI 11604:2015 - Determinazione della potenziale reattività agli alcali degli aggregati per calcestruzzo

Prova di espansione accelerata in calcestruzzo

 

È stata pubblicata lo scorso 9 marzo la nuova versione della UNI 8520-22 del 2002 – Aggregati per confezione di calcestruzzi: determinazione della potenziale reattività degli aggregati in presenza di alcali , che modifica nella sostanza i criteri per la determinazione della potenziale reattività degli aggregati stabilendone i limiti di accettazione.

La potenziale reattività o meno di un aggregato si determina attraverso una serie di prove di laboratorio a partire dall’ esame petrografico in sezione sottile per la determinazione mineralogica dell’aggregato, eseguito. E’ necessario quindi eseguire la prova accelerata su campioni prismatici di malta in bagno di una soluzione 1M di NAOH.

In caso di esiti discordanti tra le prove preliminari sarà necessario, secondo la norma, eseguire una prova su campioni di calcestruzzo della durata di un anno, per potere individuare definitivamente la potenziale o meno reattività di un aggregato agli alcali.

La norma indica inoltre tre casi specifici su cui saranno da eseguire le analisi in base alla tipologia di produzione di aggregati ed alla loro disponibilità nel tempo:

 

1 Aggregati provenienti da giacimenti di cava con coltivazione continua:

si applica la procedura normale

2 Aggregati con disponibilità limitata nel tempo esempio quelli provenienti da attività di scavo o riciclo:

è possibile applicare una procedura semplificata che non prevede la prova in calcestruzzo da riportare chiaramente sul certificato di marcatura.

3 Aggregati industriali.

Non essendo ancora stata comprovata l’applicabilità e la validità dell’esame petrografico, si procede solo con le prove di espansione in barra di malta e in calcestruzzo.

 

La corretta applicazione della nuova norma rappresenta per il settore un importante cambiamento certamente non senza iniziali difficoltà.

E’ previsto un periodo di coesistenza di 18 mesi tra la nuova e la vecchia versione della norma, iniziato il 9 marzo 2017, durante il quale è ancora possibile etichettare l’aggregato secondo la vecchia versione della UNI 8520 – 22, anche se è consigliabile attivare tempestivamente l’applicazione della nuova norma nell’ambito del processo produttivo per evitare di dovere sospendere la vendita del prodotto per mancanza di conformità alla norma e al decreto ministeriale al termine dei 18 mesi.

La C.G.G. S.r.l. è in grado di seguire puntualmente i propri clienti nella applicazione delle nuove norme e di svolgere tutte le prove necessarie. Inoltre nei casi in cui fossero riscontrati fenomeni di reazione tra alcali e aggregati, la C.G.G. S.r.l. è in grado di suggerire le soluzioni tecniche più appropriate sia in laboratorio che in cantiere.

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