Nell’ambito della ricerca di indicazioni sulla natura degli intonaci e delle finiture prelevati da un edificio di valore storico artistico per lo studio delle caratteristiche degli intonaci da ripristinare sono state eseguite analisi morfologiche con utilizzo di tecniche combinate di caratterizzazione chimico-fisica e mineralogica, quali la diffrazione a raggi X (XRD) e la terrnogravimetria accoppiata alla calorimetria differenziale a scansione (TGA-DSC), oltre alle classiche misure di pH e conducibilità e alla determinazione qualitativa di sali solubili.
Su campioni di frammenti di intonaco di dimensioni centimetriche, ricoperti da uno strato di finitura, è stata eseguita una sezione verticale per misurare gli spessori dei singoli strati e definire in dettaglio la stratigrafia.
Visivamente si è riscontrato come la finitura fosse costituita più mani di colore, data la presenza di strati sovrapposti di spessore sub millimetrico, mentre lo strato di intonaco, di 4 mm circa di spessore da una matrice omogenea di media granulometria costituente il legante dell’aggregato.
La possibile presenza di ioni Fe3+ è stata verificata, previo trattamento della superficie del campione con HCl per favorirne l’eventuale rilascio, con una di soluzione di K4Fe(CN)6·3H20. Grazie alla selettività nei confronti del Fe3+ della seguente reazione:
se sono presenti ioni Fe3+ la superficie trattata assume una colorazione blu (Blu di Prussia).
La determinazione del pH e della conducibilità sono stati effettuati in una sospensione di polvere in acqua al fine di determinare la presenza di sali solubili nel campione, poi identificati mediante saggio qualitativo. Principale indice della presenza o meno di sali solubili è il valore di conducibilità.
Mediante analisi XRD e TGA-DSC su polvere di finitura e di intonaco sono state definite le fasi mineralogiche ed eventuali additivi presenti nel campione. Si è riscontrata la presenza di quarzo, rutilo, calcite e barite oltre a un polimero organico di cui sono state determinate le relative percentuali.
Le analisi eseguite hanno evidenziato come la finitura colorata superficiale, fosse ricca in polimero che le favorisce lavorabilità, elasticità e durabilità, rendendola però non traspirante. La colorazione è dovuta alla presenza di rutilo e barite utilizzati come pigmenti, oltre che dal Fe3+ che conferisce la tipica colorazione ocra. Si è riscontrato che l'intonaco sottostante fosse costituito da una base di malta bastarda o calce idraulica, totalmente carbonatata, miscelata con inerti prevalentemente silicatici.